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EDUCA: tecnologie per l'apprendimento e l’inclusione
EDUCA: tecnologie per l'apprendimento e l’inclusione
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Presentate al festival ricerche nazionali e locali sull'uso delle tecnologie nel periodo Covid
Quali sono stati gli aspetti distintivi della didattica a distanza avvenuta nel periodo del primo lockdown di primavera? Quali sono gli elementi per stabilirne la reale efficacia? Quali le modalità per alimentare anche attraverso uno schermo la relazione educativa con gli studenti? E quali tecnologie possono facilitare l’apprendimento e l’inclusione degli studenti più fragili? Sono stati questi i focus del webinar del festival EDUCA, organizzato da Iprase in collaborazione con la Fondazione Agnelli e il Dipartimento Istruzione e Cultura di Trento. Hanno risposto a questi interrogativi gli esperti Andrea Gavosto (direttore della Fondazione Agnelli), Simone Virdia (dottore di ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale e collaboratore di ricerca presso Iprase) e Gianluca Schiavo (ricercatore della Fondazione Bruno Kessler), che hanno approfondito l’esperienza concreta degli insegnanti durante il periodo di lockdown, attraverso l’analisi dei risultati di tre indagini realizzate a livello nazionale e locale, e la presentazione di alcune tecnologie utilizzate e utilizzabili dentro e fuori la scuola.
Nella seconda fase è scattato un meccanismo di esistenza, abbiamo capito che tecnologie non sempre e non ovunque hanno funzionato. Quello che occorre fare ora è analizzare questa esperienza, con uno sguardo sia al breve termine (eventuali altre chiusure) sia e soprattutto al futuro per capire quali elementi possono rendere più efficace la didattica anche oltre la pandemia”.
Da tre indagini condotte su scala nazionale e locale – presentate da Simone Virdia ricercatore Iprase - che hanno coinvolto più di 14mila insegnanti di tutta Italia, di cui più di 700 della provincia di Trento, emerge come il sistema scolastico sia riuscito a garantire la continuità educativa attraverso attività di didattica a distanza, grazie ad un elevato investimento nella rimodulazione dell’organizzazione didattica e a un grande impiego di strumenti digitali spesso mai utilizzati prima.
In questo scenario si è assistito, inoltre, ad una forte spinta degli insegnanti a partecipare a corsi di sviluppo professionale, soprattutto in ambito tecnologico. Per quanto riguarda il Trentino la formazione è avvenuta grazie a un’intensa attività interna alle scuole svolta dagli “animatori digitali” e alle iniziative proposte da Iprase e da altri enti. Dagli studi emergono tuttavia anche delle criticità legate: all’assenza di luoghi di confronto con i colleghi, alla limitata disponibilità di risorse strumentali per gli studenti e per gli insegnanti e alla difficoltà nel proporre attività collettive. Un dato critico inoltre è la percentuale di studenti non raggiunti, o raggiunti solo in parte, dalla didattica online a causa del contesto socio-familiare, dalla mancanza di dispostivi e in alcuni casi della difficoltà dei genitori a dare supporto. Nel complesso si registra un atteggiamento positivo di fronte alla sfida posta da quest’esperienza: oltre il 60% degli insegnanti ha espresso la possibilità di continuare a proporre alcune attività in modalità a distanza integrate con quelle in presenza anche a emergenza conclusa.
Quasi la totalità dei docenti afferma che potrebbe risultare utile disporre di una più ampia serie di tecnologie adatte alla didattica digitale integrata. L’approccio tecnologico alla didattica è oramai alla base del sapere professionale dei docenti e dovrebbe riguardare non solo le competenze tecniche di utilizzo di tali mezzi, ma anche le capacità espressive e creative sviluppabili con le tecnologie.
“Le tecnologie non sono da considerarsi sostitutive, ma sono sicuramente abilitanti e compensative in contesti specifici”, afferma Gianluca Schiavo, ricercatore FBK coinvolto in progetti di sviluppo tecnologico per la didattica. “La percezione della lezione cambia quando è mediata da una videoconferenza, poiché manca l’aspetto ambientale della classe e l’aspetto sociale dei compagni.” Per questo è essenziale fare squadra e lavorare in gruppo, non solo tra i docenti, insegnanti di sostegno e educatori, ma anche con gli studenti e le famiglie. “Risulta importante inoltre offrire a tutti gli stessi strumenti, mantenendo coerenza di utilizzo e modalità di condivisione tra le comunità scolastiche”. Durante il webinar, anche attraverso casi e progetti concreti, sono emersi inoltre alcuni aspetti che si sono rivelati vincenti durante il lockdown: il tutoraggio individuale a distanza, l’utilizzo di materiali multimediali e di modalità di didattica “alternative” che hanno favorito l’accessibilità ai contenuti, la flessibilità nell’attività didattica che ha permesso di realizzare lo sviluppo negli studenti di una maggiore autonomia, responsabilità e creatività, il ruolo positivo e determinante della comunità educante ed il coinvolgimento dei pari nei processi di apprendimento di figure di supporto come genitori o fratelli/sorelle.