Gli studenti di seconda generazione sono coloro che sono nati in Italia o giunti in età prescolare. Si tratta di giovani che dal punto di vista giuridico sono stranieri fino alla maggiore età, ma che, come ricorda Graziella Favaro (2014), sono italiani de facto.

Il percorso di acquisizione della lingua italiana e di acculturazione avviene abbastanza velocemente, sempre di più negli spazi educativi (nidi, scuole dell’infanzia, scuola primaria). Sono oggi adolescenti che non hanno vissuto lo sradicamento e l’allontanamento dagli affetti e dal contesto di provenienza, semmai il contatto con la realtà di origine è filtrato più dalle narrazioni familiari. Per loro l’italiano viene considerata lingua madre, anche se spesso a casa mantengono vivo l’utilizzo di una lingua familiare.
 

«Come mi sento? Io mi sento marocchino quando sto con i miei amici, quando siamo  nelle feste religiose, ma in generale io mi sento italiano al 100%. I miei genitori parlano del Marocco, ma poi io ci vado ogni due anni in vacanza, parlo il marocchino, ma in fondo non lo so scrivere. Io l’italiano lo so, sono nato qua, ho amici italiani e con loro parlo di tutto. Forse sì, anzi ho difficoltà solo nello studio, alcune parole le capisco, ma in generale perdo il filo del discorso quando devo studiare e leggere le pagine del libro» (Riad)

Possibili bisogni degli studenti di seconda generazione:
- lo sviluppo della seconda lingua per studiare;
- la predisposizione di un nuovo progetto di educazione linguistica che dia spazio all’ampliamento lessicale, morfosintattico e alle abilità di produzione testuale orale e scritta;
- il potenziamento di percorsi di ri-orientamento per contrastare scelte formative spesso non spontanee e canalizzate verso il basso.

 

Bibliografia

Favaro, G. (2014). In cerca di futuro. In Animazione Sociale. Mensile per gli operatori sociali, n. 1, pp. 1-12

Cruel, M., Schneider, J, Lelie F. (2012). The European Second Generation Compared. Does the Integration Context Matter? Amsterdam University Press