PROMUOVERE IL SUCCESSO SCOLASTICO E FORMATIVO
Personalizzazione dei percorsi degli studenti di origine straniera
Studenti in condizione di vulnerabilità
Minori stranieri non accompagnati di età compresa tra i 14 e i 17 anni, in prevalenza maschi, giunti in Italia senza famiglia come “Ulisse nascosto sotto il montone per sfuggire Polifemo” (Affinati 2008).
Le motivazioni del loro arrivo sono un corollario delle più antiche e moderne aspirazioni migratorie (Melossi, Giovannetti, 2002): molti fuggono dalla guerra (i richiedenti asilo), molti cercano nuove opportunità lavorative e di collocamento professionale, altri sono alla ricerca di nuovi modelli di vita, altri ancora decidono di allontanarsi da contesti di socializzazione che sono stati svuotati progressivamente dall’emigrazione.
I minori stranieri non accompagnati vivono in una sorta di “corsa continua” che li vede impegnati ad apprendere la lingua italiana, a raggiungere un titolo di istruzione di primo grado e, infine, una qualifica professionale, che spesso rappresenta la condizione necessaria per intraprendere un’attività lavorativa e così produrre una qualche forma di reddito in un arco temporale assai ristretto.
La solitudine spesso è la cifra caratterizzante delle loro esistenze, costretti a diventare adulti prima del tempo anche per assolvere spesso ad un mandato migratorio familiare che li costringe a trovarsi un lavoro e a contribuire alle esigenze delle famiglie rimaste nel Paese di origine (Iato 2018).
«Poi sono arrivato in Italia. Sono entrato in una città, non ricordo quale, forse Bari, però non sono sicuro. Quando sono arrivato in Italia i miei compagni di viaggio sono subito fuggiti. Sono andato così in stazione e sono salito su un treno che andava al Nord, senza biglietto. Quando è arrivato il controllore, lui ha iniziato a parlarmi, ma non capivo nulla. Sono arrivato a Milano e il controllore mi ha fatto scendere. In stazione ho incontrato diverse persone del Bangladesh, ho parlato con loro. Ho girato molto, ma nessuno mi aiutava. Ho ripreso nuovamente un treno, sono arrivato a Modena e ho dormito in stazione. Sono stato nei pressi della stazione per quattro, cinque giorni, poi sono andato in questura. È iniziata così la mia avventura in una comunità per minori. All’inizio non è stato facile seguire le regole, gli impegni erano tanti, seguivo il corso di formazione professionale al mattino e il primo pomeriggio, poi andavo a seguire le lezioni per la licenza media. Ora ho concluso gli studi, è iniziata la fase della ricerca del lavoro per prepararmi all’uscita dalla comunità ed iniziare una nuova vita. Devo mandare i soldi a casa, abbiamo speso tanto per il mio viaggio in Italia» (Jiku)
Profughi e rifugiati: è il caso di chi “a causa di un giustificato timore di essere perseguitato per la sua razza, religione, cittadinanza, opinioni politiche o appartenenza a un determinato gruppo sociale, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori del suo Stato di domicilio abituale in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi” (Convenzione di Ginevra 1951).
Si tratta di minori vulnerabili per percorsi migratori traumatici, interruzioni scolastiche, perdite e lutti.
Possibili bisogni degli studenti in condizione di vulnerabilità:
- lo sviluppo della seconda lingua per comunicare;
- lo sviluppo della seconda lingua per studiare;
- la predisposizione di un nuovo progetto di educazione linguistica definito nei tempi, negli obiettivi, nelle risorse da impiegare, nei percorsi didattici, nelle forme di monitoraggio e valutazione;
- azioni di supporto psicologico o di mediazione;
- azioni informative su percorsi legali, di istruzione obbligatoria e altre opportunità educative e di integrazione;
- attività di sensibilizzazione, di incontro con il tessuto sociale in cui sono inserite le comunità di accoglienza.
Bibliografia
Affinati, E. (2008). La città dei ragazzi. Milano: Mondadori.
Iato, C. (2018). L'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati tra identità incerte e pratiche educative in divenire. In Educazione interculturale, Vol. 16, n. 1.
Melossi, D. & Giovannetti M. (2002). I nuovi sciuscià. Roma: Donzelli.