Didattica della Matematica Inclusiva
nella scuola secondaria di primo grado
BUONE PRATICHE > IO E LA MATEMATICA > TUTTI POSSONO IMPARARE LA MATEMATICA
Combattere stereotipi su "chi" può imparare la matematica: tutti possono imparare la matematica!
Per affrontare la convinzione diffusa che si nasca “portati per la matematica”, o meno, molto spesso purtroppo riportata e quindi sentita dire anche da amici e parenti, l’insegnante può affrontare in classe una discussione riguardo alla conoscenza che abbiamo oggigiorno sul funzionamento del nostro cervello, in particolare riguardo l’enorme capacità di crescita e cambiamento del cervello in ogni stadio della nostra vita (si veda, per esempio, il video From Stanford Online's "How To Learn Math for Teachers and Parents": Brain Plasticity di Jo Boaler).
La tesi che la scienza ci invita a sostenere è che non esistono “maths persons”, ovvero persone con un dono per la matematica, poiché il cervello è come un muscolo e, come tale, può essere allenato. Per sostenere tale argomentazione, l’insegnante può accennare alla composizione e al funzionamento del cervello, attraverso l’introduzione di termini come neuroni e sinapsi, collegandosi quindi a temi che verranno poi affrontati e approfonditi in scienze. Come suggerito da Jo Boaler in un articolo del 2019 dal titolo Everyone Can Learn Mathematics to High Levels: The Evidence from Neuroscience that Should Change our Teaching (traduzione in italiano disponibile sul sito di MaddMaths) si parla di apprendimento in termini di creazione di nuove connessioni tra i neuroni o di rafforzamento di connessioni già esistenti.
La seconda area degli studi neuroscientifici che ha una valenza importantissima nelle aule scolastiche riguarda l’impatto positivo dello sforzo cognitivo: “il momento in cui il cervello cambia e cresce maggiormente è quando le persone si trovano a lavorare su contenuti impegnativi, commettendo errori, correggendoli, superandoli, commettendo ulteriori errori, sempre lavorando in aree altamente stimolanti” (Boaler, 2019).
Su questo aspetto gli studenti rimangono solitamente molto colpiti dalla dicotomia tra “fixed mindset” e “growth mindset”, cioè tra una visione chiusa e rigida che porta ad arrendersi in seguito a un fallimento e una visione più flessibile che vede l’apprendimento in maniera dinamica (si veda, per esempio il TED di Carol Dweck: The power of believing that you can improve).
Diversi studi mettono in luce che chi sviluppa una “growth mindset”, ossia gli individui che credono che i loro talenti possano essere sviluppati (attraverso il duro lavoro, buone strategie e input esterni), impara di più e ha prestazioni migliori in matematica. Questi individui credono di poter imparare dai loro errori e tendono a ottenere risultati molto più elevati di quelli con una “fixed mindset”, ovvero di coloro che credono che i loro talenti siano doni innati, quindi dopo il fallimento, si arrendono e si convincono di non essere portati, che non fa per loro, che non gli piace. Questo perché chi ha una “growth mindset” si preoccupa meno di sembrare intelligente e mette più energia nell'apprendimento (si veda, per esempio, il video The Importance of Struggle (short version) di Jo Boaler).
2018_3_1011_IP.01 “LE NUOVE FRONTIERE DEL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE. Rimuovere le difficoltà d’apprendimento, favorire una scuola inclusiva e preparare i cittadini responsabili e attivi del futuro - Fase 2". Questa iniziativa è realizzata nell'ambito del Programma operativo FSE 2014 – 2020 della Provincia autonoma di Trento grazie al sostegno finanziario del Fondo sociale europeo, dello Stato italiano e della Provincia autonoma di Trento. La Commissione europea e la Provincia autonoma di Trento declinano ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni contenute nei presenti materiali.